3. ORIENT-OCCIDENT

 

 

3.1 IL CONTESTO STORICO

 

Orient-Occident è un brano nato come colonna sonora di un documentario presentato a Cannes nel 1960. Esso fu commissionato dall’Unesco per accompagnare una mostra di scultura organizzata al Museo Cernuschi di Parigi dal Consiglio Internazionale dei Musei e dalla Direzione per le Belle Arti e l’Architettura della città di Parigi sul tema dei rapporti tra Oriente e Occidente attraverso 50 secoli di arte (Novembre 1958 - Febbraio 1959).

Il documentario, in bianco e nero, dalla durata di circa venti minuti, è stato realizzato dal regista Enrico Fulchignoni. Il critico Quirino Principe ne descrive in questo modo i contenuti: «Non si tratta di uno di quei polverosi documentari “d’artista” dal sapore prettamente didascalico: l’obiettivo riprende, con movimenti lenti e avvolgenti e da diverse angolature, gli affascinanti reperti dell’arte etrusca e orientale (statuette votive, animali fantastici, guerrieri armati, ieratiche divinità) che, attraverso l’Egitto, hanno influenzato l’arte greca, culla della nostra civiltà. Dalle riprese a distanza ravvicinata e dai primi piani insistiti su profili e dettagli (una mano che si abbassa a toccare un calcagno, due dita che stringono un frutto, una elaborata acconciatura femminile o il ricco panneggio di una veste) risulta un fluire continuo di immagini che rievocano i gesti e le sembianze di civiltà scomparse.

Anche il commento della voce fuori campo, scritto da Pierre Henri e letto da Pierre Chambon, sottolineando somiglianze e paragoni tra i profili e gli atteggiamenti delle sculture, contribuisce al forte senso unitario dell’insieme e suggerisce contatti e affinità tra epoche e civiltà diverse: giunti all’inquadratura finale, la statua di donna delle isole Cicladi di 5000 anni fa non può non far pensare a tanta scultura moderna.

Il commento musicale di Xenakis sembra giungere da una misteriosa lontananza e ha il sapore arcano di una cosmica armonia. Alla musica (brani della composizione per orchestra Pitoprakta utilizzati con velocità alterata) sono sapientemente sovrapposti, con effetto solo apparentemente dissonante, rumori e suoni che ricordano quelli della natura uniti a clangori metallici, rintocchi di campane, cigolii, fruscii e suoni che fanno pensare ad atmosfere siderali.»[3]


3.2 le caratteristiche salienti

 

Da questa colonna sonora, nel Maggio del 1960, Xenakis ricavò una versione ridotta a 12 minuti di musica per nastro magnetico solo, pubblicata dall’editore Salabert.

Orient-Occident è un brano molto diverso dagli altri pezzi elettroacustici di Xenakis, e perfino da quelli del suo intero repertorio. E’ un brano che al primo ascolto si dimostra molto vicino all’estetica che in quegli anni era dominante all’interno del Groupe de Recherches de Musique concrète di Parigi dove il brano fu realizzato.

Fondato dall’ingegnere e compositore Pierre Schaeffer alla fine degli anni quaranta, il GRM, pur con varie eccezioni, si occupava prevalentemente di musica concreta, un genere che si prefissava di utilizzare in chiave musicale suoni e rumori presenti in natura o prodotti dall'attività dell'uomo; la musica concreta può pertanto essere generata dai rumori del traffico ferroviario così come dal suono di un pianoforte. Le apparecchiature elettroniche erano usate inizialmente solo per scomporre, manipolare e ricombinare suoni già registrati, fino a creare degli oggetti sonori completamente diversi da quelli di partenza. L'aggettivo "concreto" è pertanto riferito solamente al materiale di base utilizzato, in quanto esistente in natura. Certamente già alla fine degli anni cinquanta la contrapposizione netta tra la musica concreta dello Studio Parigino e il purismo elettronico dello "Studio per la musica elettronica" di Colonia, che al contrario del primo intendeva utilizzare solo suoni prodotti sinteticamente dalle apparecchiature elettroniche, era ormai stato superato, anche se rimanevano delle direttive di fondo.

Confrontando Diamorphoses, Concret PH, Analogique B e Bohor, gli altri brani che Xenakis compose tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta nello Studio Parigino, con Orient-Occident, risulta evidente che i primi sono orientati verso la costruzione di macro-sonorità totalmente originali, create dalla fusione di micro-sonorità. Si trattava in pratica di un tentativo di simulare quella che in seguito sarà definita come sintesi granulare.

Orient-Occident invece fa uso di oggetti sonori intesi nel senso schaefferiano del termine. Tra l’altro alcuni di questi oggetti sonori, chiaramente distinguibili, sono presi dall’archivio sonoro del GRM e sono udibili anche nel quarto studio sugli oggetti sonori di Schaeffer: "Objets liés".

Questa osservazione può essere spiegata, entro certi limiti, dal fatto che il brano è narrativo e descrittivo, ma se si analizza il modo in cui gli oggetti sonori vengono assemblati, si scopre che Orient-Occident non segue il metodo schaefferiano, che è maggiormente caratterizzato dal tentativo di sostituire le note con gli oggetti sonori mantenendo un’idea di musica intesa in senso tradizionale come linguaggio, con una sua sintassi[4]. In Orient-Occident i suoni sono sovrapposti secondo un principio di aumento o diminuzione della densità degli elementi sonori che nel complesso creano delle tessiture sonore sulle quali l’inserimento di singoli gesti sonori servono per consentire il passaggio da una tessitura all’altra.



[3] Cfr. Principe Quirino, Orient-Occident. Images d’une exposition, www.milanomusica.org/festival/incontri/index.htm.

[4] Solomos Makis, Analysis of "Orient-Occident" by Iannis Xenakis, Resonances 2003, http://resonances2003.ircam.fr/